“Cavallo di ritorno”, fenomeno in aumento

Mancano le denunce e quindi ci sono poche statistiche su uno dei reati più odiosi: alla base del cosiddetto fenomeno del “cavallo di ritorno”, quello che vede il pagamento di un riscatto per riavere l’auto rubata, c’è proprio la mancanza del coinvolgimento delle forze dell’ordine. Così i dati su questo reato sono decisamente carenti ma l’operazione condotta dai carabinieri di Casoria (Napoli) con 11 arresti e due obblighi di dimora dimostra come il fenomeno sia sottovalutato.

Furto d'auto

Nell’ambito dell’indagine contro il fenomeno dei “cavalli di ritorno”, con il pagamento di somme tra i 1000 e i 5000 euro per la restituzione di auto rubate, i carabinieri hanno infatti potuto fare luce su un fenomeno dalle dimensioni particolarmente ampie e per molti versi sommerso.

Le indagini hanno fatto luce su 54 tra furti e rapine commessi negli ultimi tre mesi nell’hinterland a NORD di Napoli ma, secondo stime fondate, nella zona interessata si compiono almeno tra i quattro e i cinque furti al giorno.

Le denunce riguarderebbero solo poco più del 10 per cento dei casi. E le mancate segnalazioni alle forze dell’ordine sarebbero dovute a diversi motivi: c’è chi preferisce rivolgersi direttamente a coloro che possono consentire, dietro il pagamento della somma pattuita, la restituzione dell’auto in tempi rapidi. C’è chi teme, inoltre, di dover subire un aumento del premio delle assicurazioni in seguito alla denuncia del furto.

La stessa mancata denuncia, peraltro, rende più difficile l’intervento delle forze dell’ordine. Il sistema automatico di rilevamento che si trova a bordo dei loro mezzi non può, non essendo l’auto catalogata come rubata, individuarne la presenza in strada.

Vincenzo Borgomeo, "Il libro nero della RcAuto"